Specchio, specchio delle mie righe: la scrittura del narcisista.

C’è un tipo di scrittura che non si accontenta di essere letta: pretende attenzione, si espande, fa spazio a sé stessa nel foglio come se dicesse: “Io valgo. Guardami.” È la scrittura del narcisista.
Il narcisismo non è solo una moda da social o un’etichetta da reality. È una struttura di personalità complessa, spesso insidiosa, e in grafologia lascia tracce sottili ma riconoscibili. Tracce che non sempre gridano, a volte sussurrano, ma sempre lo fa da un pulpito.
Nel narcisista la firma non è un dettaglio, è il palco: ampia, vistosa, decorata. A volte sproporzionata rispetto al testo. Spesso piena di tratti aggiuntivi: sottolineature, svolazzi, para-autografi. È come se dicesse: “Il resto è scrittura. Questa, invece, sono io.”
Attenzione se la firma cambia radicalmente dal testo: è uno scarto tra identità pubblica (ciò che vogliamo mostrare agli altri) e identità privata (ciò che noi siamo) che spesso non mente.
Scrittura grande, che invade: margini calpestati, spazi abbattuti. L’io si prende tutto lo spazio possibile. Ma attenzione: la grandezza non va confusa con la sicurezza. A volte è compensazione, un io fragile che fa rumore per non farsi scoprire.
Il tratto del narcisista può essere pesante, quasi scavato: come se il foglio non fosse carta, ma un campo da conquistare; la pressione eccessiva denuncia bisogno di controllo, dominanza, tensione.
E poi ci sono i fronzoli: tratti di lusso, estetismi superflui, riccioli ostentati. Non decorazioni fini a sé stesse, ma veri atti di seduzione grafica. A volte emergono i cosiddetti tratti acuminati, affilati, quasi pungenti. Non è solo vanità: è competizione, è bisogno di primeggiare.
Un tratto grande non basta, una firma vistosa nemmeno. Il narcisismo grafologico, come quello psicologico, ha bisogno di costanza e contesto. Serve una lettura d’insieme, e soprattutto: niente diagnosi da bar.
Ricorda: la grafologia non si usa per etichettare, ma per capire, analizzare, è uno strumento esplorativo, non un verdetto.
Se la scrittura è lo specchio della mente, quella del narcisista è uno specchio sicuramente illuminato da luci di scena, ma come in ogni spettacolo, anche qui ci vuole un bravo osservatore per distinguere il personaggio dall’autore.